Flirtando con il knock-out

Il VIP del Rehab, la festa in piscina dell'Hard Rock Hotel di Las Vegas, è affollato.

Fa caldo, l'alcol scorre copioso e alcune banconote da un dollaro volteggiano nell'aria come foglie morte, sicuramente lanciate alla folla da una celebrità impazzita che vede nel suo gesto abietto un simbolo di successo.

Io e Jerome non abbiamo assolutamente nulla da fare lì.

Né nell'area VIP in cui ci siamo intrufolati facendo luce sul gorilla all'ingresso, né tantomeno a Las Vegas. Siamo ufficialmente in viaggio d'affari per appuntamenti a Chicago e Montreal.

Giusto. Ma dopo un breve soggiorno in carcere per violenza domestica, Floyd "Money" Mayweather fa il suo ritorno a casa contro Roberto "The Ghost" Guerrero poco prima dei nostri primi appuntamenti e durante i nostri compleanni, che sono rispettivamente il 3 e il 6 maggio.

La riunione di questi criteri ci ha portato naturalmente a giudicare che un piccolo gancio di Las Vegas, naturalmente a pagamento, era di rigore.

Appena entrato nella zona VIP, mi sono trovato faccia a faccia con Danny "The Swift" Garcia e Adrian "The Problem" Broner, nel bel mezzo di una conversazione. Capisco subito che le banconote volanti sono opera di quest'ultimo. Ma da grande appassionato di pugilato e già molto brillo, rimango radicato sul posto e mi godo questo momento in compagnia di due campioni del mondo imbattuti (all'epoca).

Per prolungare questo momento, provo a dire un bel "Lo metterai al tappeto" all'orecchio di Danny Garcia non appena Adrian Broner gli volta le spalle, ma non sortisce l'effetto sperato, visto che per tutta risposta mi fulmina con lo sguardo, prima di andarsene anche lui.

I mojito che beviamo dalle 11 del mattino mi aiutano a dimenticare in fretta questo fallimento e a indossare il mio costume da "re della festa in piscina". Quello che ti fa osare tutto, che ti dà una sicurezza incrollabile e quindi ti dà la sensazione di essere irresistibile. Sento che questo spazio VIP mi appartiene, mi sento come a casa e tutte le persone che vi si trovano sono miei amici.

Sono quindi estremamente sorpreso quando uno dei buttafuori viene a disturbare questo momento di gioia e felicità chiedendomi di lasciare la zona VIP per un motivo che ancora ignoro. Cosa posso aver fatto di male? Forse era stufo di vedermi invitare tutti nella piazza sacra. O forse pensa che il mio livello di ebbrezza sia troppo avanzato... Fatto sta che la discussione non sembra consentita con questo affascinante signore dalla corporatura dissuasiva e a me e a Jerome viene chiesto di sgombrare il campo. Decidiamo quindi che è arrivato il momento di lasciare la festa in piscina.

Dopo aver forzato una porta bloccata da un addetto alla sicurezza - mi chiedo ancora come abbiamo fatto - ci fermiamo alla toilette per una pausa pipì dove veniamo raggiunti da due persone infuriate che si infuriano e fanno scattare le porte. Sono sempre stato esasperato dagli individui privi di delicatezza. Com'è possibile che alcune persone non siano in grado di aprire una porta senza romperla contro il muro? O non si alzano per far sedere una donna o un anziano nell'autobus? Oppure si precipitano nella metropolitana senza far scendere chi scende? Cosa vogliono dimostrare?

Questo viene a pisciare proprio accanto a me. "Forse dovrei chiederglielo", mi dico, girando la testa verso di lui.

Adrian Broner! Ancora lui!

Mentre ci diamo il cambio, Jerome ne approfitta per chiedere all'amico di Broner se può fare una foto con me. Proposta declinata da lui con un movimento della testa, un gesto della mano e un "No no no no no" degno di celebrità il cui successo ha fatto girare la testa e che si credono i re del mondo.

Divertito dalla situazione, propongo a Jerome di seguire la crew di Broner, cosa che abbiamo fatto fino a farne totalmente parte, camminando e parlando con loro nei corridoi dell'Hard Rock Hotel. La scena è assolutamente ridicola, siamo due piccoli culi bianchi parigini in mezzo a una dozzina di afroamericani molto più grossi di noi e con la credibilità di strada di cui siamo totalmente privi.

Da parte mia, mi godo ogni secondo!

Ma se vai in cerca di guai, li troverai!

Avere una grande fiducia in se stessi è una risorsa certa, ma può decisamente ritorcersi contro di voi se usata con la persona sbagliata.

Fuori dall'hotel, alla fine sono riuscito a catturare l'attenzione di Adrian Broner e a entrare in contatto con lui. Fisicamente. Secondo Jerome, non avrebbe gradito che lo prendessi per il collo per gridargli nell'orecchio tutte le stronzate che avevo da dirgli. Va detto che il ragazzo è piuttosto bellicoso.

I miei ricordi dell'intero pomeriggio non sono molto nitidi, l'alcol obbliga, ma ricordo perfettamente la velocità con cui Broner è scomparso dal mio campo visivo. Senza nemmeno accorgersene, si era spostato a 90 gradi e mi aveva sferrato un rapido ma fortunatamente impotente pugno al torace. Da un momento all'altro, mi ritrovai letteralmente a guardare in direzione di una persona che non c'era più e sentii la mia gabbia toracica riscaldarsi senza nemmeno sapere perché. Che velocità! Benvenuti nella classe mondiale! L'alcol può rallentare le capacità psicomotorie, ma devo ammettere che non avevo mai assistito a una tale velocità di esecuzione.

Poi, vedere questo campione del mondo di pugilato che si agitava e certamente mi insultava - ero troppo ubriaco per capire cosa stesse dicendo - è stato per me un soddisfacente proseguimento del corso della storia, mentre lo guardavo urlare contro di me con un grande sorriso sul viso. Sicuramente affetto da sindrome di Stoccolma, ho provato improvvisamente simpatia per il mio aggressore quando mi ha controllato con il pugno chiuso, come a dire che potevamo fermarci lì.

Questo tizio non mi conosce!

Ho dovuto poi farmi espellere dal furgone con cui avevo pensato di seguire la troupe, così ho rinunciato all'idea di fare amicizia con loro e Jerome ed io siamo partiti per nuove avventure nella calda notte di Las Vegas.

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